martedì 3 gennaio 2012

I VANDALIA: INCURSIONI “DEVASTANTI” NELLA MUSICA RINASCIMENTALE

“I Vandalia” sono un gruppo vocale napoletano che si occupa di rivisitare canzoni popolari rinascimentali italiane in chiave jazz, corale e reggae (http://www.myspace.com/ivandalia e https://www.facebook.com/pages/I-Vandalia/220884954641632).
Nati nel 2006, hanno toccato vertici importanti, come un tour  estero a  Berlino, definita da uno dei suoi componenti “città musicale per eccellenza”.
Abbiamo intervistato per voi proprio questo componente del gruppo, Stefano Fasano.


D- Come ha conosciuto i Vandalia?
R- Li ho conosciuti nel 2006, quasi quando si sono formati: ero ad una festa e parlando con un’amica che era già nel gruppo, presi la decisione di unirmi a loro, perché ero un po’ stanco delle corali “classiche”, religiose ecc. Al gruppo mancava un “basso”, e così mi aggiunsi.
D- Cosa occorre per fare questo tipo di musica?
R-Occorre imparare ad improvvisare in tempo reale, lavorare sulla ritmica, la quadratura musicale, sulle scale all’interno degli accordi. Il tutto su un piano informale e “popolare”: infatti i grandi musicisti del Rinascimento usavano passeggiare nei mercatini popolari ascoltando i canti popolari che venivano cantati e poi li “riadattavano” in forme più classicheggianti.
D- Con che tipo di musica è cresciuto, quale ascolta con più piacere?
R- A quattro anni venivo spesso portato al San Carlo, ascoltavo Verdi, Leoncavallo, Puccini, Rossini, tutti i grandi compositori del passato:  ricordavo tutte le arie, tutte le musiche, soprattutto “l’Aida” di Verdi.: durava tre ore e, al contrario di mio fratello più piccolo che si addormentava dopo un po’, io rimanevo sveglio sforzandomi di tenere le palpebre aperte, anche con le mani! Crescendo poi ho incontrato il jazz, Louis Armstrong, ascoltando un programma intitolato “il Discobolo” prima, e poi “Bandiera gialla”, il primo programma radio di Renzo Arbore. In seguito ho scoperto il rock’n’roll, Paul Anka, (anni ’50), poi i Beatles (’60), i grandi gruppi progressive (’70) che traducevano canzoni dall’inglese (altrimenti non passavano in Italia), come “the house of the rising sun” degli Animals, che cantai una volta da piccolo su un traghetto insieme ad alcuni amici musicisti (alcuni impresari americani sentendoci, ci dissero che volevano portarci negli States a incidere un disco per loro, ma ovviamente i nostri genitori dissero che eravamo troppo piccoli!). E poi la new age, il free jazz, Miles Davis, John Coltrane.
D- Cosa pensa della situazione musicale attuale a Napoli?
R- C’è una potenzialità grandissima, ma purtroppo al Potere non interessa la creatività, la musica: preferisce controllare le persone tenendole nell’ ignoranza. In Francia ad esempio ci sono “le Maison de la Musique”:qui? Poco o niente. La cultura è presa di coscienza, serve a far prendere coscienza a tutti i cittadini dei loro doveri, ma anche dei loro diritti.
D- A che sfera di pubblico vi rivolgete?
R- La nostra musica è arrivata ad ogni fascia d’età, anche ai novantenni, anche ai bambini. Una volta abbiamo suonato per i malati di mente, all’ospedale Bianchi a Capodichino, ed è stato bellissimo vedere che la nostra musica arrivava loro e che partecipavano! La musica fa esprimere il dolore e la gioia, è un linguaggio universale: per me rappresenta una “dimensione” che abbiamo soltanto appena approcciato.
D-Qual è il rapporto del gruppo con la musica del passato?
R- I Vandalia giocano con la musica del passato:  gli inglesi dicono “play with the music-gioca con la musica”: i Vandalia lo fanno, e sono disponibili anche alle cause del popolo, per far prendere coscienza alle persone , come dicevamo prima.  Anche nella musica rinascimentale, infatti, il popolo ha sempre dato il “la” a tutti i musicisti.
D- Che tipo di studi musicali ha fatto lei personalmente?
R- Io sono autodidatta, dilettante, perché ho dovuto lavorare in gioventù; ma ho comunque imparato la teoria musicale in seguito.
D- Cosa consiglia a un giovane che vuole diventare musicista?
R- Di studiare, entrare in Conservatorio: si può entrare in Conservatorio anche a vent’anni. Prendere esempio dal giovane pianista non vedente da cui abbiamo “rubato” il nome del gruppo, magari, Ivan Dalia,  che nonostante le sue difficoltà è apprezzato in tutt’Europa.
D- Quali sono i vostri progetti futuri?
R- Stiamo per fare un disco con Maurizio Capone (Bungatabang) che uscirà probabilmente ad Aprile. Inoltre da poco è uscito un libro-cd con testi del poeta Ariele D’Ambrosio e musiche dei Vandalia e altri gruppi, “Pulcinella stanco seduto sul marciapiede del mondo” (ed. Colonnese, con disegni di Lello Esposito, e recitazione di Tonino Taiuti) che è un dialogo musicato tra un Pulcinella antico e uno moderno. Anche quest’opera spazia su vari generi, medievali, moderni, ecc.








                     Stefano Fasano                                                                             


Intervista: Roberto Volpe                                                     Foto: Federica Prota

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